Tra pochi giorni inizia, come la chiamo io, una nuova storia d’amore. Sì, perché devi essere innamorato di questo lavoro per affrontare tutte le sfide e i problemi che ti possono arrivare da un giorno all’altro.
Solo un vignaiolo o un agricoltore sa cosa vuol dire lavorare per un anno intero e vedersi distrutta tutta la produzione da una grandinata. Ma non parlo solo di questo. Oggi vedo tanti imprenditori all’arrembaggio, come pirati. Persone che vengono da altri settori, che hanno ingenti disponibilità economiche e vedono nel vino un business. Aziende che nascono con l’obbiettivo di diventare leader del mercato, saturano il mercato di vini – che poi non si vendono – a prezzi stracciati e spariscono. Spariscono perché non c’era dietro una storia d’amore.
Vi dico come la vedo io. La storia d’amore per me é svegliarsi ogni mattina alle 5 e iniziare la giornata tra vigneti e cantine, tra ristoranti e clienti che vengono a trovarti in azienda e vogliono conoscere la tua storia. Storie che non sono sempre rose e fiori, ma che per impegno e passione vanno avanti. Sempre con i conti in rosso, senza mai svendere il proprio prodotto. Perché dietro ogni bottiglia di vino c’è fatica, sudore, lacrime e gioie, duro lavoro di tante persone. E non mi capacito ancora di come ci siano aziende che vendono vini sotto i 2€ a bottiglia. Forse per loro il costo dell’uva è 0, così come il costo dei vignaioli è 0, dico sempre, beati loro. Ed è interessante come una guida, o un “esperto di vini”, possano dare giudizi liberi senza preoccuparsi delle conseguenze o senza pensare a cosa c’è dietro quella bottiglia. Ma questo è il mondo del vino e noi nel bene o nel male ci siamo dentro.
Un vino biologico inizia con un’agricoltura biologica
Quest’anno insieme a mio padre, abbiamo preso una grande decisione che cambierà totalmente il nostro modo di lavorare e il nostro modo di pensare. Siamo passati all’agricoltura biologica e la nostra azienda è ora in conversione per la produzione di vino biologico. Sembra una cosa facile detta così, ma non lo è affatto, almeno per noi. Potevamo fare come fanno in tanti che fanno il “vino biologico sulla carta”, agricoltura biologica con prodotti sempre perfetti. Ma la nostra etica ci vieta di prendere in giro i clienti. Facciamo quello che diciamo e diciamo quello che facciamo.
Così, da una prima stima, quest’anno perderemo circa un 30% di produzione, perché passare da agricoltura convenzionale ad agricoltura che produce vino biologico non è per niente una passeggiata. La resistenza che i patogeni mettono in campo durante l’agricoltura convenzionale con trattamenti esclusivamente chimici è impressionante. Ed è normale poi che zolfo e rame (gli unici prodotti ammessi in agricoltura biologica) fanno il solletico a peronospora e oidio. Siamo riusciti a non fare trattamenti contro la tignola e tignoletta, grazie all’uso dei confusori sessuali e a trappole per il controllo. Risparmiando non solo economicamente ma soprattutto dal punto di vista salutistico ed ambientale. Ambientale. Perché chi fa agricoltura biologica in maniera seria ha una visione ben precisa: salvaguardare l’ambiente e il territorio su cui si lavora (che non è nostro come invece la maggior parte pensa) e lasciare alle generazioni future un ecosistema così come l’abbiamo trovato noi, se non meglio. Quindi dicevo, 30% di produzione in meno, ma niente prodotti chimici, niente diserbanti. A chi può sembrare una perdita, per noi è una conquista. Abbiamo imparato che non è impossibile, ci vuole solo un po’ di impegno, come sempre. Ma volete mettere la salubrità delle uve e dei vini che ne verranno fuori? Ecco, la storia d’amore di quest’anno inizia così. Con un grande cambiamento, una bella visione e un grande obbiettivo. Non ci resta che attendere il momento perfetto per la nostra vendemmia e vedrà come andrà.